MUGGIA
(servizio di Massimo Barbo – Foto di Franco Sirol e Massimo Barbo)
Cenni storici e notizie:
La cittadina di Muggia ha origine da un piccolo nucleo abitato da pescatori insediatisi in epoca pre-romana in quello che allora era conosciuto come Borgo del Lauro (Vicus Lauri). Alle spalle della cittadina si erge un colle alto 172 metri che fu l’antico insediamento di un castelliere fortificato abitato da genti carno-celtica dedita all’agricoltura, all’allevamento ed alla caccia. La zona era conosciuta come Amulia o Mutilia che significa “collina spianata” ed in epoca romana divenne Castrum Muglae. In epoca medievale divenne una rocca feudale conosciuta come Monticula, una zona che oggi è nota come Muggia Vecchia.
Borgo del Lauro fu distrutto nel 568 dai Longobardi e gli abitanti si rifugiarono a Monticula mentre attorno al 1200 il forte sviluppo dei commerci marittimi e l’intensa attività delle saline favorirono la migrazione inversa da Monticula a Borgo del Lauro che nello stesso periodo mutò il nome in Mucla o Mugghia che significa “fondale basso”. In molte altre località istriane infatti si ritrova il toponimo “Muccia” ad indicare zone con fondali marini bassi utilizzati a pesca o a saline. Nei secoli documenti storici riportano diversi nomi ad indicare la località a valle come Muia, Miglia e Myla.
Nel 1256 il borgo fu costituito Comune e nel 1347 ebbe origine il primo statuto comunale. Nel 1353 scoppiò una furiosa guerra contro Trieste in seguito alle continue incursioni di quest’ultima nelle saline muggesane e per diverse altre diatribe commerciali. In quell’occasione il vecchio borgo di Monticula fu distrutto dai triestini e l’anno successivo fu nuovamente distrutto dai genovesi nella battaglia contro Venezia. Queste due devastazioni contribuirono alla totale e definitiva migrazione della popolazione verso il borgo a valle: Monticula rimase un borgo deserto e diroccato per 600 anni fino al secondo dopoguerra quando iniziò l’opera di urbanizzazione della zona; sopravvisse solo la Chiesa di Santa Maria dell’Assunta dell’XI secolo, che fu sempre risparmiata dai vincitori e che ancora oggi è meta di pellegrinaggi oltre che una tappa turistica ed uno dei santuari tra i più richiesti dai triestini per la celebrazione di matrimoni.
La zona fu dominio dei patriarchi e la sua posizione stretta tra Trieste e Capodistria la coinvolse in numerose diatribe per il predominio sul mare e sulle vie di comunicazione. Muggia tentò più volte di ribellarsi al potere dei Patriarchi soprattutto dopo la dedizione di Trieste agli Asburgo del 1382 ma ogni tentativo fu sempre soffocato nel sangue. Finalmente l’8 luglio 1420 le truppe della Serenissima sbarcarono nel porticciolo e Muggia fece solenne atto di dedizione a Venezia il che causò, soprattutto nel XVI secolo, numerosi scontri con Trieste e con le truppe austriache contro le quali Muggia riuscì sempre a difendersi con successo. Nel 1630 il borgo fu devastato dalla peste e rimase un luogo vuoto e desolato incapace di risollevarsi soprattutto dopo l’istituzione del Porto Franco di Trieste da parte dell’Imperatore Carlo VI nel 1714, data che se per Trieste segnò l’inizio della crescita e dello sviluppo per Muggia significò l’inizio del declino e del collasso. In seguito alla caduta di Venezia nel 1797, Muggia, come tutta l’Istria veneta, fu annessa all’Impero Austro-Ungarico e visse come spalla del fiorente emporio triestino dal quale fu coinvolta nel processo di industrializzazione. Con il trattato di pace del 1947 ed il successivo Memorandum di Londra del 1954, Muggia perdette oltre 10 Kmq del proprio territorio in favore della Jugoslavia. Muggia fu assegnata all’Italia ma dovette rinunciare a Plavia Montedoro, Albaro Vescovà, Barisoni, Bosini, Crevatini, Elleri, Faiti, Premanzano, Punta Grossa e San Colombano che furono assegnati alla federativa, territori che oggi si trovano sotto la sovranità della Slovenia, la repubblica proclamatasi indipendente nel 1991 in seguito al disfacimento della Jugoslavia.
Oggi Muggia è uno dei cinque comuni in provincia di Trieste, è una tranquilla cittadina di mare ed è famosa per il suo storico carnevale la cui sfilata dei carri allegorici segna uno dei momenti più significativi. (*)
Massimo Barbo – TuttoTrieste.net
Carrellata fotografica:
Bibliografia:
– Dario Alberi, “Istria, storia, arte, cultura“, Lint Editoriale Trieste;
– Luciano Lago (dis. Aldo Bressanutti), “Terra d’Istria“, Lint Editoriale Trieste;
– AA.VV. “, “Istria, Cherso, Lussino, guida storico artistica“, Bruno Facchin Editore – Trieste;
– Fabio Amodeo, “Tutto Istria“, Lint Editoriale – Trieste.
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