PISINO (PAZIN)
foto e servizio di Massimo, Diana, Katia e Franz
si ringrazia Euro per il supporto tecnico
Pisino (Pazin in croato) è situato quasi al centro della penisola istriana ed infatti non a caso il suo nome tedesco, retaggio della dominazione asburgica, è Mitterburg.
Oggi la città è attraversata da un ramo della cosiddetta ipsilon, l’autostrada che attraversa l’Istria croata, permettendo così un facile collegamento con qualunque parte dell’Istria, la Slovenia e quindi l’Italia. E’ molto interessante osservare come da Pisino si diramino cinque strade che, ripercorrendo il selciato delle antiche strade romane, portano direttamente a nord verso Fiume e Pinguente, ad est verso Albona e la costa liburnica bagnata dal Quarnero, a sud verso Pola e Rovigno ad ovest verso Parenzo (l’antica via Sclavonia) e a nord-ovest verso Montona, Buie, Capodistria e quindi Trieste.
Meno di cento chilometri da percorrere in mezz’oretta per chi volesse raggiungere Pisino da Trieste, per visitare quei luoghi che ospitarono l’Imperatore Franz Joseph, Gabriele d’Annunzio, Silvio Benco, Attilio Hortis, Riccardo Pitteri e da Jules Verne che proprio qui trovò ispirazione per i suoi romanzi: “Mathias Sandorf”, romanzo ambientato tra Trieste e l’Istria ed ispirato al più noto “Il Conte di Montecristo” di Dumas, racconta la fuga del protagonista dal castello di Pisino attraverso la grotta dove s’inabissa il fiume Foiba, lo stesso abisso che ispirò Verne nella narrazione del suo più noto “Viaggio al centro della terra”. (*)
IL CASTELLO DI MONTECUCCOLI
Il Castello di Pisino che prende il nome dalla nobile famiglia modenese che lo possedette fino al 1848 per quasi 180 anni, è il maniero meglio conservato di tutta l’Istria. Costruito sul ciglio di un burrone di 130 metri sul cui fondo si inabissa il fiume Foiba (Pazinčica in croato), gode di una vista panoramica mozzafiato.
L’edificio giunto oggi a noi è la conseguenza delle numerose modifiche e degli svariati ampliamenti di quello che fu il primo fortilizio fatto erigere da Berengario I re d’Italia nel X secolo su uno sperone di roccia che, per la difficoltà ad essere raggiunto soprattutto a cavallo, lo rese praticamente inespugnabile. Terminati i pericoli di incursioni barbariche, fu ampliato il terrapieno antistante l’ingresso andando a ricoprire la ripida strada scoscesa che conduceva al maniero.
Il castello è visitabile praticamente in tutta la sua estensione ed ospita un bellissimo museo etnografico e storico, conserva inoltre una collezione delle campane delle chiesette abbandonate dell’Istria, recuperate durante la guerra e custodite in Friuli fino al 1966 quando furono traslate nel castello. (*)
LA FOIBA
Pisino è attraversato dal fiume Foiba (Pazinčica in croato) che nel suo tragitto offre uno spettacolo favoloso nei pressi del Duomo, con le formazione di cascate sopra una cava nella roccia. Il fiume prosegue quindi il suo tragitto aggirando il promontorio sul quale si erge la Rocca di Montecuccoli per poi inabissarsi sotto la stessa in una grotta che per il suo suggestivo aspetto fu definita la porta dell’Inferno di Dante. Il fiume continua quindi la sua corsa sotto la città, formando tre laghi sotterranei collegati da un sifone e chiamati semplicemente Piccolo (Malo), Medio (Mitrovo) e Grande (Veliko), oltre i quali non è possibile proseguire l’esplorazione e dove il fiume prosegue il suo misterioso ed ignoto viaggio verso il mare. In alcune annate di intense precipitazioni, la gola non fu in grado di far defluire tutta l’acqua favorendo così la nascita di un lago temporaneo nella gola carsica sotto le mura del maniero. Il baratro scavato nei secoli dal fiume, su un lato del quale svetta il maniero, raggiunge una profondità massima di 25 metri e si sviluppa per una lunghezza di 100 metri.
I più temerari possono oggi sorvolare il baratro con la zip-line, sicuramente una tra le più suggestive attrazioni turistiche che si possa trovare in Istria. (*)
Il baratro ed i ruderi di Casa Rapicio:
IL DUOMO
Il Duomo è dedicato a San Nicola, patrono della città e risale al 1266 per essere ricostruito ed ampliato tra il 1400 ed il 1441 mentre nel 1730 furono costruite le due navate laterali. In una nicchia sulla facciata del Duomo campeggia una statua di San Nicola del 1626 mentre sul sagrato si erge una statua della Madonna posizionata nel 1990.
A lato della chiesa si erge, staccato, l’imponente campanile del 1705, alto 45 metri, con un sottopasso sul cui apice svetta lo stemma di Pisino. (*)
CENNI STORICI:
Pur trovandosi in posizione centrale rispetto alla penisola istriana, la città fu per secoli isolata dal resto delle vicende storiche che coinvolsero il resto del territorio, essendo stata per secoli una contea al servizio dell’impero austriaco in forte conflitto con la Serenissima i cui domini si estendevano in buona parte del resto del territorio istriano.
I primi insediamenti in questo territorio sono dovuti agli Istri, popolazione celtica che difendeva il territorio dall’alto dei loro castellieri ma che dovettero cedere alle conquiste romane. Il primo documento storico che parla di Castrum Pisinum è datato 983 d.C. dove il re Ottone II ratificava la donazione fatta 929 da parte di Ugo di Provenza re d’Italia al Vescovo di Parenzo della rocca eretta da Berengario I re d’Italia.
Nel XII secolo il territorio fu ceduto a Meinhard von Schwarzenburg che qui fondò la Contea di Pisino o Contea d’Istria, che fu governata dai Conti di Gorizia fino al 1374 quando passò al dominio asburgico, il quale ben pensò di concederla in uso a nobili che si susseguirono negli anni. Tra questi vanno segnalati i nomi dei Eggenberg, Frangipane, Della Torre, Mosconi, Walsee, tutti intenti ad ottenere il massimo rendimento con il minimo sforzo, portando al collasso la popolazione contadina costituita prevalentemente da genti slave immigrate che ripopolarono le campagne rese deserte dalle invasioni barbariche.
Nel 1766 la Contea fu acquistata da Antonio Laderchi marchese di Montecuccoli da Modena, consigliere dell’Imperatrice Maria Teresa, ed il castello di Pisino rimase di proprietà della stessa famiglia fino al 1945.
La capitolazione dell’Austria-Ungheria nel 1918, portò il Regno d’Italia a governare su tutta l’Istria fino al 1945 quando i territori furono ceduti alla Jugoslavia e, in seguito alla disgregazione di questa, nel 1991 Pisino e gran parte dell’Istria entrarono a far parte della nuova Repubblica di Croazia. (*)
Bibliografia:
– Dario Alberi, “Istria, storia, arte, cultura“, Lint Editoriale – Trieste
– AA.VV. “, “Istria, Cherso, Lussino, guida storico artistica“, Bruno Facchin Editore – Trieste
– Gaetano Longo, (dis.Aldo Bressanutti), “Terra d’istria“, Lint Editoriale – Trieste
– Fabio Amodeo, “Tutto Istria“, Lint Editoriale – Trieste
ISTRIA
Storia, arte, cultura
di Dario Alberi
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