ATTILIO HORTIS

Mario Attilio Francesco Carlo Hortis nacque a Trieste il 13 maggio 1850 dove studiò prima nella scuole di lingua tedesca e dal 1863 in quella di lingua italiana.

Nel 1866 la famiglia si trasferì a Padova nella cui Università Attilio si laureò nel 1871 sia in giurisprudenza che in lettere, si trasferì quindi a Graz dove pure conseguì la laurea in giurisprudenza che gli consentì di esercitare la professione di avvocato nell’allora asburgica Trieste dove, nel 1873, diventò bibliotecario alla Biblioteca Civica che oggi porta il suo nome. Durante gli anni degli studi universitari, Hortis viaggiò molto frequentando le biblioteche di Firenze, Monaco, Basilea, Oxford, Bruxelles e Parigi dove concentrò i suoi studi sugli scritti di Petrarca e Boccaccio. Nel 1874 pubblicò il suo saggio sul Petrarca mentre nel 1879 pubblicò il suo capolavoro: “Studi sulle opere latine del Boccaccio”, considerato ancora oggi una pietra miliare della letteratura italiana per la meticolosità e l’ampiezza dell’indagine svolta.

Nel 1875 diventò direttore della Società di Minerva e dal 1876 del periodico l’Archeografo Triestino. Dal 1880 si dedicò quasi esclusivamente alla storia di Trieste con particolare attenzione al periodo medievale ma, purtroppo, una crisi economica famigliare gli impedì di portare a termine la sua opera dovendosi dedicare all’attività politica che lo vide per anni nel ruolo di consigliere comunale fino a quando, con l’arrivo delle prime elezioni austriache a suffragio universale diretto, in maniera plebiscitaria fu eletto l’8 marzo 1897 al Parlamento di Vienna dove presentò in lingua tedesca “il grido di dolore della sua gente offesa dalla dominazione austro-ungarica” promuovendo la creazione di una Università di lingua italiana a Trieste. Fu un irredentista acculturato che con i propri scritti e le proprie relazioni presentò l’irredentismo a molti politici europei tra i quali il primo ministro francese Clemenceau.

In seguito alla caduta dell’Impero Austriaco, Hortis fu nominato Senatore del Regno d’Italia l’11 dicembre 1919. Durante la sua vita egli fu Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro, socio della Società Bibliografica Italiana, dei Lincei, della Crusca e di molte altre Accademie oltre che dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, dell’Ateneo Veneto e della Royal Society of Literature di Londra.

Attilio Hortis morì a Trieste il 23 febbraio 1926 lasciando tutti i suoi incartamenti e più di 11.000 volumi alla Biblioteca Civica che, come detto, oggi porta il suo nome e che si trova in una piazza che proprio nel 1926 fu a lui intitolata mentre, nel giardino pubblico Basevi di Trieste, vi è un busto in suo onore. (*)

Massimo Barbo – TuttoTrieste.net

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