MASSIMO DELLA PERGOLA
Massimo Della Pergola nacque a Trieste l’11 luglio 1912 e già giovanissimo iniziò la carriera di giornalista presso la redazione della Gazzetta dello Sport dopo aver lavorato alcuni anni per Il Popolo di Trieste.
Nel 1938 fu espulso, in quanto ebreo, dall’ordine dei giornalisti e fu proprio durante il suo esilio in Svizzera che ideò un concorso a premi legato al calcio. Finita la seconda guerra mondiale, nel 1946 fondò la Sisal assieme ai giornalisti Fabio Jegher e Geo Molo lanciando il 5 maggio dello stesso anno il gioco della schedina che alla prima giocata accumulò un montepremi di ben 463.146 Lire. Nel 1948 la schedina passò forzatamente in gestione al Coni e fu chiamata Totocalcio in forza di un decreto dell’allora Presidente della Repubblica Einaudi. Della Pergola intentò una causa al Ministero dell’Interno per questa nazionalizzazione forzata ma dopo sei anni di inutili battaglie e carte bollate a Della Pergola non arrivarono neanche le scuse ed alla Sisal rimase solo la gestione del Totip, l’altra sua grande invenzione.
Le prime schedine erano stampate su carta gialla e proponevano dodici partite che diventarono tredici nel 1948 con il Totocalcio. Dal primo piccolo montepremi si raggiunse il record nel 1993 quando una domenica raggiunse la vetta dei 34 miliardi di Lire.
Per tutta la vita seguì la sua passione per il calcio rivestendo sempre un ruolo di primo piano nel mondo del giornalismo sportivo, da caporedattore responsabile del calcio nella Gazzetta dello Sport a segretario generale dell’AIPS, Associazione Internazionale della Stampa Sportiva.
La sua invenzione consentì al calcio italiano di finanziarsi nel difficile periodo del dopoguerra e per i cinquant’anni a seguire, consentendo anche a tutti gli italiani di coltivare un sogno legato alla fatidica sequenza di tredici risultati semplicemente contrassegnati con 1 X 2.
Massimo Della Pergola morì a Milano il 13 marzo 2006 a quasi 94 anni: di lui il ricordo di quel sorriso nascosto mentre dichiarava: “No, non ho mai giocato la schedina in vita mia!”. (*)
Massimo Barbo – TuttoTrieste.net
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