La galleria di Montebello
di Francesco Currò
Giammai avrei pensato
allora
di rivederti un giorno così malconcia
e strazio mi procura ammetterlo,
ora che l'intonaco ti crolla di dosso...
le crepe... e la muffa estese là sulle pareti.
Benché tu sia come d'una tetra caverna
dimora, io sento che sei viva. Respiri!
e nel mio cuor appurarlo mi rattrista.
Della città, porti il peso degli anni
ma non le rendi giustizia, no!
tanto, Lei è graziosa e bella! e tu un antro nera.
Se filtra acqua dal fioco soffitto illuminato,
par che tu pianga. Ti riparano, poverina!
e mai nessuno che senta i tuoi lamenti.
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