PIRANDELLO
poesia di Nidia Robba
La casa, lontan dai
resti grandiosi,
resti dei templi d'Agrigento greca
era l'abitazione del più grande
fra tutti i drammaturghi di tutte Ere.
I suoi testi profondi e laboriosi
intrisi d'ironia d'un'ipoteca
posta sopra il dolore che s'espande
dentro l'interno turbato volere.
Noi avevamo da poco abbandonato
i gradini del templio più importante
sui quali ci sedemmo stando zitti,
guardando il mare, il sol che tramontava.
Negli occhi ancora il sol già tramontato;
nella mente impressioni ed idee tante,
con pensier travolgenti fitti fitti
quando apparve alla mente che sognava.
Quella casa solitaria: era invito
per ricercar di Melpomene il figlio,
che sa spiare delle anime i tormenti.
Due anime li possiede con facezia:
la siciliana in mirabile sito
lieta o commossa per l'uman periglio.
Quella tedesca nel capace intento:
un insieme genial di pura spezia.
Ogni vita è un rebus, certo non per lui.
Nelle nascoste pieghe ei trova un varco.
Egli v'entra: la Verità gli appare.
Quella che normalmente non si vede.
Nell'intrico dei nostri luoghi bui
egli penetra e fuor ci porta un carco
per farci notare la gran venustà
che possiede il Ver a cui l'uman non crede.
Poesia di Nidia Robba
Trieste, 30 gennaio
2013
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