LELIO LUTTAZZI
Lelio Luttazzi, attore, cantante, musicista e presentatore, nacque a Trieste il 27 aprile 1923.
Durante gli studi presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Trieste, partecipò a spettacoli studenteschi e suonò il pianoforte per Radio Trieste.
Nel 1945 si trasferì a Milano dove collaborò alla produzione discografica del cantante concittadino Teddy Reno per il quale scrisse “Muleta Mia”.
Luttazzi fu il primo italiano a trasportare in patria la musica jazz adattandola agli stili ed allo spirito del nostro paese, nacquero così capolavori come:
Una zebra a pois cantata in un Sanremo da Mina
Il giovanotto matto cantata da Ernesto Bonino
Quando una ragazza a New Orleans cantata da Jula De Palma
Calypso Goal
Il favoloso Gershwin
Lullaby
Cogoleta
Michèlle
Sabrina
Promesse di marinaio
Troppo tardi
Il male oscuro
Legata ad uno scoglio
Attivissimo anche nel campo della radio e della televisione, si dedicò a trasmissioni radiofoniche, come Hit Parade e Motivo in maschera, e televisive di musica e varietà come Ieri e oggi, Studio Uno, Questo nostro cinema, Il paroliere, Musica insieme, Sentimentale, Il signore di mezza età, Teatro Dieci, senza dimenticare la sua assidua partecipazione agli spot per il Carosello.
Nel 1951 Luttazzi compose per il Quartetto Cetra, Vecchia America, canzone di grandissimo successo.
Negli anni ’50 iniziò anche la sua produzione musicale per il teatro cimentandosi come autore delle riviste di Scarnicci e Tarabusi come
Barbanera… bel tempo si spera con Ugo Tognazzi ed Elena Giusti (1953)
Tutte donne meno io con Macario e Carla Del Poggio che comprende anche Souvenir d’Italie, una canzone di grande successo (1953) dalla quale nel 1956 Antonio Pietrangeli trasse spunto per una sua pellicola
Passo doppio con Ugo Tognazzi e Dorian Gray (1954)
Campione senza valore con Ugo Tognazzi ed Hélène Rémy (1955)
Gli italiani sono fatti così (1956)
Uno scandalo per Lili con Ugo Tognazzi e Lauretta Masiero (1957)
Il diplomatico con Carlo Dapporto ed Elena Giusti (1958)
Io e la margherita di e con Walter Chiari (1959).
La sua irrefrenabile creatività lo portò a comporre colonne sonore per il cinema ed il suo nome comparve quindi in film famosissimi come:
Totò lascia o raddoppia? e Totò, Peppino e la malafemmina (1956) di Camillo Mastrocinque
Agguato a Tangeri di Riccardo Freda (1957)
Classe di ferro di Turi Vasile (1957)
Ragazza in blue-jeans di Domenico Paolella (1957)
Adorabili e bugiarde di Nunzio Malasomma (1958)
Venezia, la luna e tu di Dino Risi (1958)
Le bellissime gambe di Sabrina di Mastrocinque (1958)
Guardia, ladro e cameriera di Steno (1958)
Il nemico di mia moglie di Gianni Puccini (1959)
Psicanalista per signora di Jean Boyer (1959)
Risate di gioia di M. Monicelli (1960)
Peccati d’estate di Giorgio Bianchi (1962)
La presidentessa di Luciano Salce (1977).
Ancora negli anni ’50 Luttazzi si occupò di trasportare sullo schermo trasmissioni radiofoniche e, nella sua completezza di personaggio artistico, anni dopo comparve come interprete in vari film, tra i quali ricordiamo L’ombrellone di Dino Risi del 1965.
Dopo essersi ritirato a vita privata, Luttazzi apparve l’8 ottobre 2006 come ospite d’onore a “Viva Radio2” condotta da Fiorello dove ritornò anche nella trasmissione del 28 febbraio 2008. Il 23 febbraio ed il 27 dicembre del 2008 fu ospite da Fabio Fazio a “Che tempo che fa” mentre suonò “Trieste Mia ” nella puntata del 16 maggio 2008 del Maurizio Costanzo Show.
Ma il vero ritorno alla ribalta lo si ebbe già nel dicembre del 2007 con l’uscita di un nuovo album intitolato Buon Natale dove l’artista reinterpretava in versione jazz le più famose arie natalizie. Lo stesso album venne proposto in edizione limitata in allegato al quotidiano triestino “Il Piccolo” con il titolo Auguri Trieste e con una canzone inedita: Ritorno a Trieste. Nell’album canzoni celebri come “El can de Trieste” e canzoni popolari come “co son lontan de ti Trieste mia” fanno da cornice ad un evidente e manifesto amore per la sua città natale.
Il 18 gennaio 2008 uscì un nuovo album dal titolo “le mie preferite” mentre il 26 dicembre dello stesso anno nell’ambito del trentennale del Festival della Canzone Triestina gli fu conferito il “Premio Triestinità” per i suoi meriti artistici e per il suo profondo legame con la città natale. L’anno 2008 vede il ritorno in pianta stabile a Trieste del grande artista che trova abitazione praticamente in Piazza dell’Unità d’Italia nella quale la sera del 27 agosto si svolge un memorabile concerto con la piazza gremita di pubblico.
Il 19 febbraio 2009 partecipò al Festival di Sanremo accompagnando al piano la “nuove proposte” Arisa (l’artista poi vinse l’edizione con la canzone “Sincerità”) esibendosi poi al pianoforte con “Vecchia America”. Nell’occasione della kermesse sanremese gli fu conferito dal Casinò di Sanremo il “Premio alla Musica”.
Da tempo malato di una neuropatia, il grande Lelio Luttazzi si spense la notte dell’8 luglio 2010 all’età di 87 nella sua amata Trieste che lo porterà sempre nel cuore. (*)
Massimo Barbo – TuttoTrieste.net
Di Lelio Luttazzi, dell’uomo, l’autore, l’attore, il cantante, il compositore, si potrebbero scrivere pagine e pagine, decantando le sue opere, onorando la sua attività, analizzando il suo stile musicale di origine americano perfettamente inserito nell’ambiente italiano, ma per Trieste e per i triestini, Luttazzi viene sempre ricordato affettuosamente e con orgoglio per una canzone, quella canzone, che ha fatto di lui il triestino nostalgico attaccato alla sua Vecia Trieste:
EL CAN DE TRIESTE
Xe tanti ani ormai
che son lontan de ti
vecia Trieste mia
son restà solo e
gavevo voia de
voia de compagnia
E alora Trevisan
el ga mandà un bel can
nato in un’osteria
però quel fiol de un can
quel fiol de un can de un can
el iera sempre triste
no’l me fazeva mai le feste
gnanche a mi che son el suo paròn
alora go mandà una cartolina
una cartolina de protesta
alora el mulo Trevisan me ga risposto
el me ga spiegà perché:
SOLO DAVANTI A UN FIASCO DE VIN
QUEL FIOL DE UN CAN FA LE FESTE
PERCHE’ XE UN CAN DE TRIESTE
PERCHE’ XE UN CAN DE TRIESTE
DAVANTI A UN FIASCO DE VIN
QUEL FIOL DE UN CAN FA LE FESTE
PERCHE’ XE UN CAN DE TRIESTE… E GHE PIASI EL VIN
Da qualche mese in qua
a bever go imparà
come un fachin de porto
e in stà maniera so
che un giorno sentirò
la mia campana a morto
ma chi se… hic… pardòn
che i fazi pur din don
se morirò contento
perché quel fiol de un can
quel fiol de un can de un can
el xe cussì beato
adesso el me leca come un mato
perché spuzo sempre più de vin
e so che’l me vol ben che go un amico
per la prima volta in vita mia
a mi me basta un ano de sta bela vita
e po sarà quel che sarà
SOLO DAVANTI A UN FIASCO DE VIN
QUEL FIOL DE UN CAN FA LE FESTE
PERCHE’ XE UN CAN DE TRIESTE
PERCHE’ XE UN CAN DE TRIESTE
DAVANTI A UN FIASCO DE VIN
QUEL FIOL DE UN CAN FA LE FESTE
PERCHE’ XE UN CAN DE TRIESTE… E GHE PIASI EL VIN
E GHE PIASI EL VIN
VIVA LA E PO’ BON
VIVA LA E PO’ BON
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