GINO COLAUSSI

Gino Colaussi (nato Luigi Colausig) nacque a Gradisca d’Isonzo (GO) il 4 marzo 1914. Giovanissimo, giungeva a Trieste da Gradisca dove lavorava la terra con la sua famiglia, con una bicicletta sgangherata e le scarpette chiodate avvolte in una carta di giornale, per partecipare agli allenamenti della Triestina.

Le sue ottime doti calcistiche lo fecero esordire in serie A, con la Triestina, a soli 16 anni il 28 settembre 1930 contro il Bologna (campionato 1930/31) e segnò il suo primo gol il 2 novembre in una partita vinta in casa 5 a 0 contro l’allora Ambrosiana. Tra le fila della Triestina giocò ben undici stagioni, disputando 275 incontri e realizzando 47 reti. Passò alla Juventus nel 1940 dove conquistò la Coppa Italia nel 1941 e 1942. Nel 1942 la Juve lo cedette al Venezia e, terminata la guerra, nel 1945 disputò un ultimo campionato tra le fila della Triestina in serie A per poi passare al Padova in seconda divisione per il quale contribuì alla promozione in serie A nel 1948. Gino Colaussi detiene ancora oggi il secondo posto, dietro al grande Piero Pasinati, per numero di partite disputate in maglia rossoalabardata.

Ma la più grande impresa passata alla storia, si compì con la maglia della Nazionale allenata da Vittorio Pozzo, dove Gino fu l’autore di una splendida doppietta nella finale di Francia di Coppa del Mondo del 1938, con la quale l’Italia, battendo per 4 a 2 l’Ungheria, si laureò per la seconda volta Campione del Mondo. Con la maglia azzurra Colaussi disputò in totale 26 partite e realizzò ben 15 gol.

Gino Colaussi fa parte di quel calcio pulito e schietto privo di tanti schemi e di tante tattiche fissate a tavolino. Gino era un calciatore semplice e dotato, tutto cuore e muscoli nelle gambe, uno di quei giocatori come Rocco e Pasinati, che giocavano al calcio prima di tutto per il gusto di giocare. Il suo ruolo era ala sinistra e la sua caratteristica era la grande velocità ed il tiro micidiale.

Terminata la carriera da giocatore, Colaussi intraprese quella di allenatore sedendo sulle panchine della Ternana, dell’Alcamo, dell’Olbia e di altre squadre di categorie inferiori per concludere poi con una squadra libica.

Ritiratosi dal mondo del calcio, Colaussi aprì un bar a Bassano del Grappa ma sprofondò in una grave crisi economica dalla quale si risollevò solo molti anni dopo grazie ad una legge di tutela in favore dei cosiddetti “vecchi campioni dello sport in difficoltà”, legge grazie alla quale l’atleta giuliano potè godere di un vitalizio statale.

Si spense a Trieste il 24 dicembre nel 1991. La tribuna d’onore dello stadio Nereo Rocco di Trieste porta il suo nome, come pure il campo di calcio della sua città natale. (*)

Massimo Barbo – TuttoTrieste.net

Bibliografia: El Paron – vita e storia di Nereo Rocco – Giuliano Sadar, Edizioni Lint Trieste.

(*) Pur compiendo ogni ragionevole sforzo per assicurare che i materiali ed i contenuti pubblicati nel presente sito siano attentamente vagliati ed elaborati con cura, errori, inesattezze ed omissioni sono tuttavia possibili. Si declina pertanto qualsiasi responsabilità per errori, inesattezze ed omissioni eventualmente presenti nel sito. Nessuna responsabilità viene assunta in relazione sia al contenuto di quanto esposto su questo sito ed all’uso che terzi ne potranno fare, sia per le eventuali contaminazioni derivanti dall’accesso, dall’interconnessione, dallo scarico di materiali da questo sito. Leggi il disclaimer completo.

I commenti sono chiusi.