DIZIONARIO DEL

DIALETO TRIESTIN

PAROLE TRIESTINE CHE (FORSE) STIAMO DIMENTICANDO
(e che qua vogliamo ricordare)
con preghiera di usarle, usarle e usarle ancora!

Questa è una
SEMPLICE RACCOLTA
senza pretese di completezza e
senza pretesa di verità assoluta nel loro significato,
di vocaboli estremente tipici:
(leggi il disclaimer)

alteraziòn

febbre leggera

amolo

tipo di prugna

andròn

atrio del palazzo

angusigolo

aguglia, tipo di pesce

apalto

tabaccheria, rivendita di tabacchi

apoteca

farmacia (dal tedesco Apotheke)

àpis

matita

arente / rente

vicino

armelin

albicocca

articioco

carciofo

baba

termine usato per indicare la donna, spesso non gradito dalle donne stesse.
Termine usato anche per indicare chi ha l’abitudine di chiacchierare molto, sparlare, spifferare

bacuco

anziano e svampito (famoso il termine “vecio bacuco” = vecchio scimunito)

bagolar

andare a zonzo, andare in giro senza meta

bala

principalmente palla ma indica anche lo stato di ebbrezza etilica

balador

terrazzo (ballatoio)

bamberle

stupidotto, scemotto

barba jata

così veniva chiamato il gioco della mosca cieca

barbòn

triglia, un tempo considerato pesce da ricchi

baredo

terreno abbandonato a se stesso, incolto e pieno di sterpi (quando una cosa è abbandonata a se stessa e quindi in disordine, si usa dire “xe tuto un baredo“)

bartuela

cardine (te salta le bartuele co te va fora co i copi = modo di dire per chi va fuori di senno)

bambàso

ovatta, bambagia

bandaio

lattoniere e idraulico specializzato in lavori in lamiera come i gocciolatoi

bandon

lamiera

basabanchi

bigotto, quello che è sempre in chiesa a pregare (o peggio a fare finta). Prende questo nome per il tipico modo di stare in chiesa accucciato sul banco quasi a baciarlo

basual

sciocco

bavisela

vento leggero

bechèr

macellaio

befèl

ordine, comando + a volte usato anche come sgridata, ramanzina

biava

avena (oggi si usa dire far biava o darse biava per esprimere “fare a botte”)

bibiez / bibiezo

lavoro lungo e complicato e magari anche un poco rognoso

bic’

un pochetto, un goccio

bieco

pezzetta – usato una volta anche per i grandi soldi di carta

birocio

piccolo calesse

bobici

mais e in genere tutti i grani dei cereali

brenta

botte ma anche fortuna (te ga un cul come una brenta = hai il sedere come una botte)

britola

coltellino, temperino

brivez

barbiere

borela

boccia

bubez

apprendista, aiutante, garzone (quello che fa tutto al servizio di un superiore)

budel

oltre a budello, anche per camera d’aria spec.delle biciclette – usato anche per indicare una persona grassa e trasandata

buganze

geloni

buiol

pentolino per bollire

buligar

brontolio della pancia

bunigolo

ombelico

buriana

burrasca

buzarar

imbrogliare

cacabus

scarto oppure argilla

cagafiasche

dicesi di chi ha il sedere basso

cagamiracoli 

dicesi di chi ama fare il prezioso 

cagarabia

dicesi di persona che si arrabbia molto facilmente e/o è sempre con il broncio

cagoia

lumaca

caìa

tirchio, avaro

caìcio

tipo di barca molto piccola

caiser

“duro” (el xe duro come el caiser)

oppure “senza valore” (no’l val un caiser)

oppure anche quel panino rotondo che oggi chiamiamo “rosetta”

o anche “bambino” ma usato come termine spregiativo

calafatà

operaio specializzato nel rivestimento interno dello scafo delle navi

calighèr

calzolaio (v. anche suster )

calìgo

nebbia

oppure per esprimere “difficoltà” (sul lavor iera calìgo ma gavemo rivà finir losteso)

calumar

abbassare

calumo

cima in eccesso 

camoma

fune

usato per persona fiacca e lenta

canapè

divano

capel con l’ongia

berretto con visiera

caponera

pollaio, dicesi anche di casa fatiscente

carega

sedia (termine che tutti conoscono ma pochissimi usano)

chez (dar el chez)

mandare via in malomodo, licenziare (el me ga da el chez = mi ha cacciato, mi ha buttato fuori)

chibizar

curiosare, sbirciare

chibla (o ghibla)

pancia, pancione

chifel

panino lungo a forma di mezzaluna, cornetto

chilarsela

prendersela comoda tanto da tirare su il chilo (di peso)

ciapar

prendere, deriva dal cappio

cicara/cichera

tazzina

cicheto

bicchierino di qualcosa di alcolico (un cicheto de bira)

cioder

raccogliere da terra

ciompo

che funziona male

anche per persona goffa

cistar

rubare

cisto

senza soldi, dallo slavo “pulito” per esprimere il senso di essere al verde, con le tasche pulite

clabuc

cappello

clanfa

ferro di cavallo

dicesi anche di “scarpa o piede o impronta molto grande”

a volte usato genericamente anche per denominare gli arnesi da scasso come il piede di porco

clanfer

bandaio

clanz

stradina di campagna

clinz / klinz

pene

no te capissi un klinz = non capisci nulla

no’l fa un klinz = non fa niente 

clonzi

scarpacce grosse e rozze

cluca

maniglia

cocal

gabbiano

cocòn

quel modo di raccogliere i capelli che usano fare le donne (=chignòn o crocchio)

cogolo

sasso

cogoma

casalingo per fare il caffè, caffettiera

coionar / cojonar

fare fesso, prendere in giro

colo grosso

persona importante

colomba

cervello (espressione tipica “scavezado in colomba = con il cervello fuso)

coltrine

tende

comato

il collare per i cavalli e i somari (essendo quel collare duro, si usa dire, quando una cosa è dura o quando uno è ubriaco, che “el xe duro come un comato“)

il termine viene usato anche per indicare il collo del cappotto

combinè

sottoveste per signore

comio

gomito (ciaparsela in comio = prendere una cantonata)

compjuter

(neologismo) computer

conzado

sistemato oppure condito

conzàr

sistemare oppure condire

(conzàr per le feste = picchiare qualcuno di santa ragione)

conzalastre

vetraio 

ma famoso una volta era quel conzalastre che veniva anche chiamato l’impiza-distuda-ferai che con un lungo bastone accendeva  di sera i fanali (gli antichi lampioni dell’illuminazione pubblica) e di mattina li spegneva, dovendo prima aprire la porticina di vetro del fanale e dopo richiuderla, il tutto sempre con questo bastone lungo. Famosa la canzone del conzalastre le cui strofe recitano:

el conzalastre, caldiere farsore, impiza e distuda ferai (veloce)

el conzalastre, caldiere caldiere farsore, impiza e distuda, impiza e distuda ferai (lento)

copìn

collottola (la parte dietro del collo o del colletto, dove la gatta prende con la bocca i gattini e dove gli esseri umani prendono l’ospite indesiderato prima di sbatterlo fuori a calci in culo

copo

tegola

corame

cuoio

crachi

garrette

arti (gambe e braccia); famose le frasi:
distirar i crachi =  andare a dormire
e tirar i crachi = morire

cragna

sporco nero

crazola

era quello che in italiano si chiamava raganella, ovvero un attrezzo per fare rumore, un attrezzo di legno con un manico che terminava in una specie di ingranaggio e un listello che batteva sui denti de quest’ultimo come lo si faceva girare. Poi, un po’ pervia del tipico rumore e un po’ pervia dell’incertezza che girava attorno al suo funzionamento, il termine è passato ad indicare le automobili scassate

crepi

piatti

criel

scolapasta

crodiga

pelle del maiale usata per fare la minestra (buccia di maiale)

si dice crodiga di persona poco onesta

crozole

sandali di legno

oggi si usa definire crozole un paio di scarpe rudi, grosse, pesanti, tozze, vistose

cruco

tedesco

cruziar

tormentare qualcuno

oppure preoccupare (no farme cruziar = non farmi preoccupare)

cruziarse

preoccuparsi (cruziarse l’anima = preoccuparsi tanto)

cucàr

guardare, sbirciare

cucer

autista (v.anche sofer o safer) 

cucherle

lo spioncino della porta

cucuruz

granoturco

cudic’ 

diavolo

cùguluf / cugluf

tipo di panettone con un buco in mezzo

daur

culo

dindio

tacchino

disfrizer

friggere

dismisiarse

svegliarsi

dispicar

staccare

dremch / trench

l’impermeabile (vestito)

dura

v. bala

erbeta / arbeta

barbabietola

falisca

scintilla

farsora

padella (quella per far da mangiare, non quella ospedaliera!!!)

feral

fanale, lanterna

fiapo

floscio

fiepa

seme della zucca e del melone

oppure anche la patata (non il tubero però … !!!)

filovia

filobus

flaida

vestaglia, usato anche per dire di un vestito lungo e malconcio

fliche / flichete

soldi / soldini, lirette

flit

insetticida (DDT)

flozca

schiaffo o sculacciata

fogolér

focolaio, dove nelle case di una volta si bruciva la legna per cucinare e per riscaldare 

formentòn

mais

una volta si usavano le foglie del mais per fare i bigodini

fraier

uomo libero, uomo che non ha nulla da fare, benestante (sicuramente dal tedesco “frei Herr”)

freschìn

puzza di pesce marcio

fritolin

rosticceria di soli prodotti ittici , ristorazione di pesce fritto

frize

rimasugli di frittura del lardo

fulminanti

fiammiferi

ganasse

guance

gardèl

cardellino

gargato

gargarozzo, gola

ghibla (o chibla)

pancia, pancione

ghiribìz

capriccio

globìn (o glubìn)

lucido per scarpe

gloriet

gazebo

gnampolo

sempliciotto, scemottoo (in senso benevolo ed affetuoso usato per i bambini) in pratica uno che dorme in piedi e si fa imbrogliare facilmente

gòlas

spezzatino di carne, stufato di carne

gorna

grondaia

grembano

sasso ma anche persona goffa

pl. grembani strada dissestata (son ‘nda con l’auto pei grembani)

grìes

semolino

gringola

eleganza

grua

gru

(el) gua 

arrotino

guato 

“ghiozzo”, tipo di pesce

imbombì

intriso, zuppo

imborezà

eccitato, arrapato

imbugnido

otturato (el lavandin imbugnido = il lavello otturato)

incandì

dalle reazioni torbide per il freddo o altro

incicararse

ubriacarsi

indindià

dicesi dell’uovo di tacchino fecondato

indivia

verdura come la cicoria

indormio

sonnifero, anestesia

infinocià / infenocià

persona che è stata convinta in qualche imbroglio, come dir inzinganà

infinociar / infenociar

gabbare

ingalà

propriamente dicesi dell’uovo di gallina fecondato

ma usato anche per indicare una persona galvanizzata da qualche evento o semplicemente canterina da effetto etilico

instalador

idraulico

intardighirse

fare tardi

inzinganà

persona che è stata raggirata

inzinganar

tentare di raggirare qualcuno

inzumbà

bagnato, inzuppato, v. imbombì solo riferito a cose piuttosto che a persone

jazado / jazà

ghiacciato

jazar

ghiacciare

iera tanto fredo che se ga jazà un muss = modo di dire per esprimere un freddo glaciale, è infatti nota la resistenza al freddo del somaro.

jazo

ghiaccio

lais

pidocchio

lavandera

lavandaia, la donna che faceva la “lissia” ossia il bucato)

(vedi il servizio)

làvarno / làverno

alloro

lecherle

lecchino (dispregiativo come “leccaculo” o peggio ancora “can de lecherle“)

lepi

le cispe degli occhi

limpida

grappa

lissia

bucato (v. sopra “lavandere”)

lofio

che non serve a nulla

o rotto, guasto

o brutto

o stupido, scemo

loica

tiritera, discorso lungo e noioso

lola

sbornia

lole

scemo

longa

organo sessuale maschile

ludame

letame

ludro

farabutto, furfante, canaglia, temeraio

propriamente era una sorta di borraccia floscia fatta con la vescica della mucca per trasportare vino ed olio o ppure anche strumento musicale quale la zampogna

luganiga

salsiccia – dal greco loukániko (λουκάνικο)

macaco

il macaco è un tipo di scimmia ma in triestino lo si usa per dire “scemo” (anche macacovez o macacovic’ )

magagna

fastidio, acciacco.

Te son pien de magagne

malagrazia

dispetto, cattiveria

oppure “farghe la malagrazia” o “darghe una malagrazia” = fargli la fattura

malandrin

farabutto, furfante

mamolo / mamola

fidanzato / fidanzata

mamulo

ragazzotto

mandriol

maggiolino

famoso un ritornello popolare che recita sulle note dell’opera “Wien bleibt Wien”: “molighe el fil che’l svoli, quel mandriol peloso …”

marangòn

falegname

marcantogno

persona grande e grossa

Marco Caco

vecchissimo, fuori moda (anche Marco Sventola)

marmaia

tanta gentaglia, gruppo di monelli

marogna

scarto

matavilz

“valerianella” una verietà della pianta della valeriana

mela

grosso mozzicone di sigaretta, sigaretta spenta ma fumada poco

memele

merda

mendaressa

antico mestiere della rammendatrice, sarta specializzata

meza lana

un bicchiere con metà vino bianco e metà vino nero

usato anche un pò come a Roma si usa il termine coatto 

meza menola

persona magra, mingherlina

mezanosa

cappello a bombetta

meza vigogna

cosa di scarso valore o persona mediocre

mignognole

moìne

mincionar

prendere in giro

mismas

miscuglio, anche cocktail

mistro

mastro

mistro de fero

fabbro

monighela

il due di spade (che si differenzia dal “do de cope” che invece è quello che ti da una donna quando ti liquida e non si becca più el “do de spade“)

montura

divisa

morbin

allegria, buon umore (fin che dura la gioventù, dura el morbin)

mufo

giù di corda

musina

salvadanaio

mussato

zanzara

mussolo

mollusco bivalve  ( vedi il servizio )

agana

principalmente è la fiacca, la stanchezza (gaver nagana), ma si usa anche per indicare quel tipo di persone che i romani definiscono coatta

nane

persona sempliciotta

si dice anche Nane Buseca

napa

la cappa sopra il focolaio (oggi sopra il piano cottura)

si usa dire che uno ha la napa quando ha un grosso naso

nonzolo

il servo del prete, sagrestano, chierichetto

oppure per persona scema e che fa tutte le sciocchezze gli vengono dette di fare

ocagine

stupidità

oieto

radicchio di primo taglio, piccolo piccolo

ombolo

lombo

orbitolo

serpentello meglio conosciuto come “orbettino”

orzar

bastonare qualcuno, picchiare

osmiza

osteria di campagna

osso rabioso

tibia, così chiamato perchè causa una grossissima arrabiatura per il fastidioso ed intenso dolore che causa quando viene colpito.

o malleolo, così definito in quanto rappresenta la parte del colpo che colpisce il sedere del malcapitato (di solito un bimbo) che ha causato una arrabbiatura al genitore.

otavo

tipico bichiere dove si serve il vino sfuso (da 1/8)

pagnerol

passero

paiola

forfora

palesar

raccontare

pampalugo

sciocco, scemo

pandolo

anche se oggi viene usato quasi esclusivamente per indicare l’organo maschile, il “pandolo” in verità è un gioco fatto con due bastoni, un lungo e l’altro corto; al corto vengono fatte le punte da  ambo le parti; per giocare si mette il bastone corto a terra e lo si colpisce con il bastone lungo per farlo saltare cosicché quando è in aria gli si da un colpo al volo. Vince chi lo lancia più lontano.

pandùr

quei mascheroni che venivano messi sopra le porte a simbolica difesa (in ungherese pandùr significa soldato)

pantalena

piccolo mollusco che si attacca sugli scogli, col guscio a forma di piattello, molto frequente sugli scogli dell’Istria

papussa / papuza

sost.: ciabatta

verbo: va via ! (imperativo)

pardesus

soprabito

pareciar

apparecchiare

parecio

servizio di piatti

patacarse

sporcarsi il vestito durante il pasto

patacòn

grossa moneta, grossa patacca senza valore

usato anche per indicare un qualcosa di brutto, inutile ed ingombrante allo stesso tempo

pataf

sberla

patoc / potoc

rigagnolo, fiumiciattolo, rio

paver

stoppino

pec / pek

panettiere

perlina

scaldaacqua per la cucina

pesterna

bambinaia, oggi si potrebbe usare per le baby sitter

pesternar

sbracciare un bimbo per farlo addormentere

petès

bibita alcolica ma scadente

petessòn / petessèr 

uno che ama bere tanto alcol, ubriacone

pezòto

vestito scadente

picapiere

scalpellino   ( v.servizio )

pio-pio / pipiu

paura, fifa

piria

imbuto

dicesi anche dell’ubriacone (el xe una piria = è un ubriacone)

pirola

pillola, pastiglia

pirulik

piccolo tappo, tipo quello per la camera d’aria della bicicletta

pirulichi

lanuggine, filamenti di polvere

pisdrul / pizdrul

termine afettuoso per dire bambino piccolo, bambinello

pissiol / piziol

ceci

pitèr

vaso per fiori e piante

pitima

persona che si demoralizza facilmente o che rompe insistentemente le scatole

pitocar

chiedere l’elemosina

pitoco

spilorcio

plafòn

soffitto, tetto

plis

felpa

ploc’

pozzanghera o pozza di acqua e fango

plucia

polmone

pluzer / plutzer / pfluzer

borsa dell’acqua calda

provianda

provvista, scorta

puina

ricotta

pulto

pulpito o scrivania

quartier

appartamento

rafa

sporco, sporcizia

rampigamuri

bibita composta per metà da grappa e per l’altra metà da vino bianco

ranfàr / rafar

rubare

ranglò / ronglò

tipo di susina, prugna

raspàr

levigare ma anche rubare

ratapalz

randello

remenar

prendere in giro

remenela

dicesi di persona che si diverte a prendere in giro

remitur

gran fracasso o stanza in gran disordine

deriva dal francese “demi tur” che era un comando dato ai soldati i quali per eseguirlo con tutto il loro armamentario provocavano un gran fracasso.

renga

arringa

repete

di nuovo

ribaltavapori

linguella, tipo di pesce molto piccolo

rochel

rochetto del filo da cucito

rochete

fuochi d’artificio

rodoleto

tipo di tramezzino con una o due fette di prosciutto

rodoleto de limpida

grappa servita nel tipico bicchierino piccolo e rotondo

rosignol

usignolo

ruc’

spinta

rucàr

spingere

rucsac / rusac / russac

zaino

saiba

rondella di ferro col buco che si usa per mettere sotto la vita prima di stringerla col  dado

(un simpatico modo di dire è “el se ga meso la saiba al dito” cioè “si è messo la saiba al dito” per dire “si è sposato”)

sacheto

giacca

saliscendi

ascensore

sanza

collina

sariandola

lucertola

sbafada

mangiata voracemente

sbregabalon

molto forte, potente (come un tiro tanto forte da rompere il pallone)

sbrindolo

il pezzo di spago che avanza dal nodo, brandello

sbriso

trasandato

sbrovà

scottato, ustionato

sbrodigar

pastrocchiare, fare un intruglio

sbrodighez

intruglio, pastrocchio

sbrufador

annaffiatoio

sbruma

impasto di pane e teste di pesce che si butta in mare per attirare il pesce

sburto

sporto della finestra

scafa

lavabo della cucina, acquaio

si usa dire che uno ha una “scafa” quando ha una bocca molto larga, molto grande

scagòt

cacarella

scavezzà

storto, rotto

schinco

stinco

s’cinca

bilia

per ragioni poco chiare anche ebbrezza

una s’cinca e un botòn = come dire poco nulla

do s’cinche e un botòn = un pugno di mosche

s’ciipauca

molletta, fermacarte

scroc

serratura

scufia

berretto, cuffia

scuria

frusta

sghiribiz / schiribiz

scarabocchio ma anche idea

selegato

passerotto

sèleno

sedano

sèsola

quel cucchiaio ampio che serve per estrarre dai sacchi i piselli, i fagioli, ecc.

sfoio

giornale

sgarar

sbagliare

sgnanfo

persona che parla con voce nasale

siba

stecchetto di lagno, rametto, bacchetta

oggi, nel parlare comune, si usa dire “tirar una siba” per indicare un tiro oun colpo molto forte

sifon

acqua frizzante, selz

sina

rotaia

sinter

accalappiacani (famoso il pezzo della canzone “Teresute” che recita: “jera el sinter de Gropada”) 

sisola

giuggiola

slaif

freno

o anche roba di poco valore

o anche donna di facili costumi

slavazòn

acquazzone

slepa

oltre che sberla e grossa fetta, significa anche spighetta

sligoviz

acquavite di prugne

slonz

quantità indefinita di una bibita

sluc

sorso

smir

grasso

smonarse

annoiarsi

sofèr / safèr

autista (v.anche cucer)

sopressar

stirare

sortir

andare fuori, uscire

spacher / sparcher

cucina economica, anticamente focolaio

spagnoleto

sigaretta

spetime-un-poco

zolfanelli

spoianegà

disperato

spriz

vino ed acqua frizzante

squasi

quasi

stagnaco

secchio

stagno

(aggettivo) dicesi di cosa a tenuta stagna

staufer

ferro per il caminetto

stifel

quel grande bicchiere per la birra a forma di stivale

stifelpuzer

lustrascarpe

strafanic

aggeggio, soprammobile, attrezzo inutile e malconcio

deriva da “extra fanicula” cioè ex voto che si appendeva fuori dai templi, scritti su stoffa che con le intemperie si logoravano inevitabilmente

stramazo

materasso

strambizar

fare o dire stramberie

straco

stanco

strauss

persona ridicola e vestita male, persona balorda

strazacavei

il frutto della lappola, che prende questo nome in quanto piccolo ed acuminato si incastra facilmente tra i capelli dei bambini intenti a giocare nelle campagne o nei prati

strofal

persona maleducata

stropacui

un tipo di bacche rosse selvatiche

stropolo

tappo

si dice stropolo anche ad un bambino piccolo o ad un animaletto

stropòn

grosso tappo

strucar

spremere, strizzare

strussiar

lavorare duro

stufadiz

persona che si scoccia facilmente

persona noiosa

stupini

bigodini fatti con le foglie del mais

subioto

fischietto ma anche tipo di pasta corta

suf / zuf

miscuglio di latte e farina

si usa dire “te ga fato tuto un suf” per esprimere “hai fatto un gran caos”

suro

sughero

suster

calzolaio   v. anche caligher

tabàro

cappotto

far tabaro: avere un aspetto malaticcio

taiar tabari: sparlare

picatabari: appendiabiti

tacomaco

persona attaccaticcia e noiosa

oppure adesivo o cerotto

oppure grosso stemma (tipo i tacomachi che hanno i generali sulla divisa)

talpòn

pioppo

dicesi di persona senza grazia e senza delicatezza alcuna

tamìso

setaccio

tampagno

dado per vite

tarlis / tarliss

stoffa di jeans, (braghe de tarlis = pantaloni jeans)

tazà

il pesto

genericamenta anche l’aggettivo tagliuzzato

tazadora

impasto di prezzemolo, aglio e lardo

anche dentiera

tazar

fare a pezzettini

tazar l’anima: attività squisitamente muliebre che di solito comincia subito dopo il matrimonio (e certe volte anche un poco prima) e poi va avanti, avanti, avanti…

telér

intelaiatura di porte e finestre

tira-mola

noioso adirivieni

chewing-gum

traversa

grembiule

tocio

sugo

togna / tonia

lenza per pescare a mano

tontonar 

dire e ridire sempre la stessa cosa

torziolo / torziolòn

persona che va sempre in giro

tranvai

tram  ( v.servizio )

trench / drench

l’impermeabile (vestito)

tresso

traverso

pezzo di legno messo di “traverso” per tenere più rigidi e deritti altri due pezzi paralleli ossia el treso è quel pezzo orrizzontale tra le gambe della sedia dove di solito se usa appoggiare il piede

è famoso il modo di dire “me xe ‘ndà per treso” quando il cibo va di traverso

tripa

In piatto: trippa.

Dopo: stomaco e sottostomaco di uomo di mezza età

trombini

stivali in gomma per la pioggia

troso

sentiero di campagna

tubili

persona stupidina e un pò vanesia

tululù

scemo

tumbano

scemo, ignorante

tuss

inchiosto di china

ùa

uva

ugnolo

singolo

verùl

letteralmente porcello ma si usa soprattutto per persona stupida

è il diminutivo di viru o vèru che in ladino significa porco 

vaneza / vanesa

aiuola o pezzo di terra lavorata, maneggio

venderigola

venditrice di frutta e verdura ( v.servizio )

visavì

di fronte

viz

battuta di spirito

voliga

rete a sacco per prendere i pesci o i totani

zacagnà

rovinato, strapazzato

zampìn

mancino, persona mancina

zavai

grande confusione (da questo termine nasce il vocabolo zavaion per zabaione)

zentinere

centinaia

zibiba

uvapassa

zigala

cicala

zigalòn

che grida sempre

oppure i colori zigalòni sono i colori forti e di poco gusto che attirano l’attenzione

zima

cima (z dura, di zurlo)

zima

freddo (z dolce di zio)

zimise

cimice

zinzolar

dondolare, ciondolare

zoco

pezzo di legno (famoso il detto “duro come un zoco” per indicare una cosa molto dura)

zufolà / zufolado

spettinato

zurlo

è l’antico nome della trottola e si dice anche di persona scemott

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