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Sanvincenti (Svetvinčenat) (foto e servizio di Massimo Barbo)
Il paese di Sanvincenti sorge su un altipiano in un punto equidistante tra il Canale di Leme ed il Canale d'Arsa ad una trentina di chilometri da Rovigno, dove tra il IX ed il X secolo dei monaci benedettini fondarono un'abazia dedicata a San Vincenzo. Questa zona, anticamente occupata da castellieri sparsi abitati dagli Istri dediti prevalentemente alla pastorizia, era a cavallo dell'anno Mille una terra deserta rimasta tale in seguito alle devastazioni inflitte dalle incursioni barbariche. L'ampio quanto brullo territorio sottoposto a pascolo e a colture da parte dei monaci, fu nei secoli conteso tra il vescovado di Parenzo ed i Patriarchi di Aquileia ma essendo anche molto isolato e difficilmente difendibile, il territorio fu affidato alla protezione di nobili famiglie istrovenete, prime fra tutti i Sergi di Pola ed in seguito, tra gli altri, ai Castropola, ai Morosini ed ai Grimani. Proprio al conte Marino Grimani che andò in sposo a Morosina Morosini, si deve l'edificazione dell'attuale castello, avvenuta dopo l'incendio del 1586 di quello precedente edificato nel 1329 dopo la distruzione della centenaria abazia benedettina. I Grimani riuscirono a difendere il castello nella guerra contro gli Uscocchi e dall'assedio inflitto dall'esercito austriaco e fu opera loro il tentativo di ripopolare le terre devastate da queste guerre agevolando l'insediamento di nuove genti provenienti dal trevigiano oltre che da genti slave in fuga dalla Dalmazia occupata dai Turchi. La peste del 1630 provocò una nuova devastazione di contadini che Venezia compensò con l'immigrazione di ulteriore gente di lingua slava proveniente dai Balcani. Con la caduta della Serenissima, la zona di Sanvincenti passò al dominio Asburgico, quindi al Regno d'Italia dopo la prima guerra mondiale ed al termine della seconda guerra mondiale entrò a far parte della Jugoslavia. Oggi il territorio, che fa parte della Repubblica di Croazia, è una zona centrale sulla carta geografica dell'Istria ma rimane periferica come un tempo rispetto alle principali strade di collegamento. La cittadina merita una deviazione dalla rotta per le vacanze sia per i suoi innumerevoli tratti storici come il maestoso castello, la piazza con loggia veneta e cisterna comunale, la chiesa monumentale e le piccole chiesette quattrocentesche, sia per le offerte gastronomiche tra le quali si annovera anche una tenace produzione di birra. (*)
Il Castello dei Grimani (1586):
La piazza del Castello con la loggia veneta e la cisterna comunale:
Scorci:
Bibliografia: - Dario Alberi, "Istria, storia, arte, cultura", Lint Editoriale Trieste
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