| Le poesie di Pino Peschechera |
AMORE E NOSTALGIA
Cammino per questi miei boschi natii da solo, assaporando la gioia del mio ritorno dopo tanti anni di assenza.
Ah!, come è dolce questo ritorno, come è ancora vivo in me l'amore per i luoghi della mia giovinezza. Capisco che non morirà mai. Sentimento inquietante e indefinibile come un sogno sognato da sempre.
Bianche pareti rocciose di pietra carsica, scoscese rupi scendenti verso il mare azzurro. Fragranti e silenziosi boschi di pini marittimi che circondano la città come una verde corona.
I piedi affondano in un soffice tappeto di foglie aghiformi cadute per decenni dai rami invecchiati dal tempo. Un ramo di tanto in tanto si spezza rompendo il profondo silenzio in cui è immersa la natura.
Un uccello, impaurito, vola via e si posa, lontano, fra l'ombra di rami più a lui accoglienti e di la emette un grido di allarme per avvertire i suoi compagni della presenza dell'uomo.
L'acuto odore della resina mi riempie le nari di un pungente aroma, qua e la cespugli di more selvatiche ti invitano a cogliere i saporiti frutti color del sangue
Inciampo in una pietra e, per curiosità, la rivolto mi fermo turbato: nella cavità lasciata dal sasso un rapido movimento, un guizzo; forse una serpe impaurita.
E` primavera! mi chino su un cespuglio di verdi foglie lucide e carnose,..... guarda!! Le coccinelle, immobili sulle foglie godono il sole primaverile.
Attraverso lentamente il bosco; io pigmeo sotto gli alti alberi che svettano al cielo con i loro tronchi pieni di rami come ventagli tremolanti alla brezza mattutina. Rami verdeschi e brillanti.
Alzo gli occhi al cielo blu che si intravede tra il verde fogliame, ogni ramo sembra avere uno stile differente, come tagliati da una forbice gigantesca.
Un tronco marcio! Un tesoro inaspettato! ..... Funghi di color bruno crescono sulla corteccia come orecchi curiosi. Piante parassite, fatte audaci dalla morte del pachiderma, crescono sul tronco succhiandone l'anima coprendolo, in compenso, di foglie e rami intrecciati che lo avvolgono quasi in segno di conquista.
Arrivo sul ciglio di una parete rocciosa che precipita al mare; un mare dal colore dolce e trasparente, una farfalla di un color limone vola intorno a me e sembra rassicurarmi. Mi siedo su un macigno e ascolto con la mente il suono del silenzio che è la legge di questi boschi millenari.
Solo la bora d'inverno potrà turbare questa pace e scatenare la sua musica terrestre. Chi non è stato in questi boschi triestini sui monti sovrastanti il mare, non potrà mai capire la tristezza che mi pervade.
Da questa terra, da questi boschi, da queste bianche rocce carsiche sono andato per il mondo a cantare la mia nostalgia.
Pino Peschechera Melbourne (Australia) 2001
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