CANZONI DA SBALLO CON QUEL PAZZO DI RIKI MALVA
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Riki Malva (all’anagrafe Enrico
Marchesi) è oggi uno dei maggiori esponenti della musica dialettale
trash di Trieste con le sue proposte musicali divertenti, ricche di
situazioni paradossali e piene di gag imbarazzanti tipiche di quella
comicità tutta triestina.
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risponde
Enrico Marchesi
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risponde
Riki Malva
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Come è nato il nome Riki Malva?
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Il nome è nato assieme ad amici, volendo ricordare il vino
malvasia.
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Speta che finisso sto quartin e dopo te digo….glu glu glu….
e cossa no te vedi el bicer de malva?
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Com’è
nata l’idea di associare il dialetto triestino alle musiche di canzoni
famose?
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Tutto è nato assieme ad un gruppo di amici con i quali
avevamo fondato nel 1998 I Scoverciai. Poi gli impegni di lavoro e
varie vicissitudini hanno portato allo scioglimento del gruppo ma
siccome io non volevo mollare mi sono impegnato autonomamente dando
vita ad un nuovo personaggio. Fin dai tempi della scuola, mi sono
sempre dilettato a cantare in dialetto triestino sulle arie di canzoni
famose come fosse un gioco.
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Un mezo
de qua un mezo de la, no capivo le parole de l’aradio che sonava in
piena e cussì me le inventavo.
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A cosa si ispira Riki Malva per scrivere i suoi testi?
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Descrivo normali situazioni quotidiane che molte volte
vengono prese in considerazione troppo seriamente mentre io ricerco la
loro parte comica portandola all’eccesso e creando situazioni
paradossali.
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A quei come ti che co i parla no i sa cossa che i disi e mi
li ciogo pel fioco!
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Recentemente è uscito il tuo ultimo cd “lupi del caos” dove
tra le altre viene esaltata, in maniera allegorica, la gioia di bere
dei triestini. Cosa pensi delle polemiche sorte quest’estate
relativamente a questo tipo di canzoni?
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Come dicevo prima cerco di portare all’esasperazione
situazioni che spesso si vedono in città. Chi è stato a Trieste anche
come turista a volte si sarà trovato di fronte a personaggi alticci che
senza recare danno o pericolo alcuno si rendono vittime di situazioni
imbarazzanti, suscitano simpatia ed ilarità per i loro comportamenti e
il loro modo di parlare. Questo è un modo spiritoso di vedere la città
e chi non riesce a coglierne il lato divertente è libero di non
ascoltare questo genere di musica.
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Ma che i
vada tuti remengo. Bever forever e basta!
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Oltre alle canzoni ora ci sono anche dei video in rete. Come
è sorta questa nuova opportunità?
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Sempre grazie ad internet ho conosciuto un gruppo di ragazzi
triestini (i Robe Fatte Cacao) che si diletta a girare video e filmini
amatoriali sul genere comico-demenziale. E’ stato un incontro
importante perché c’è stata subito una grossa intesa tra noi che ci ha
portato a realizzare insieme dei video bellissimi e divertentissimi.
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Ma de
che video te parli? No sarà miga sporchezi? Aaah no te disevi de quei
s’ciopadoni dei Robe Fatte Cacao? Bela storia bela storia!
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A cosa è dovuto il tuo successo?
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Non è
stata sicuramente una cosa ricercata poiché tutto è nato come un gioco
ed oggi sapere che le mie canzoni sono ascoltate da moltissimi giovani
e meno giovani mi gratifica tantissimo e mi sprona a continuare in
questo che altro non è che un hobby.
Del resto le parodie sono sempre state accolte in modo
entusiasmante da parte del pubblico anche a livello nazionale basti
pensare a personaggi come Leone di Lernia e i Gem Boy.
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Sul cesso? Sul cesso cossa? No xe bel parlar de coss’che mi
fazo sul cesso! Aaaah sucesso? Xe sucesso perché xe sucesso! Bon basta
dei!
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Quanto ha influito internet per la crescita della tua
popolarità?
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Tutto è partito grazie all’amico Massimo.Grazie al suo
www.tuttotrieste.net ho avuto la possibilità di farmi conoscere a
tutti i triestini in città e anche all’estero scoprendo così che
internet è un modo fantastico per divulgare le proprie creazioni
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Xe
malamente, adesso i me zerca de tute le parti del mondo per darme
lignade. Prima ciapavo solo de quei de Coloncovez e desso i me le daria
anche in Australia.
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Perché è difficile, in particolare a Trieste, sfondare nel
mondo della musica?
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Io sono l’ultimo che può parlare di musica e musicisti perché
sono un autodidatta ed il mondo della musica triestina vanta un
palmares di artisti molto più qualificati di me. Tuttavia come in ogni
attività artistica Trieste è un po’ fuori dal mondo e per poter
sfondare bisogna uscire dalle mura cittadine, non nel caso mio visto
che mi rivolgo esclusivamente ad un pubblico locale.
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Co te ga
zento chili te sfondi e come!
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Qual è la canzone del folklore triestina preferita da Riki
Malva?
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Non ci sono canzoni che mi hanno particolarmente lasciato un
segno, è tutta la triestinità che si trova nei testi che mi piace, il
mio sogno è che un domani almeno una delle mie canzoni possa diventare
un cult della nostra città
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Oh sole
mio!
Scusa
ma non è una canzone triestina
Apunto, le altre no me piasi, xe bele solo le mie
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A quale delle tue canzoni sei più legato e perché?
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“W tuti i triestini” che appartiene al periodo dei scoverciai
perchè è quella che ha avuto un grosso riscontro e che infine forse è
tra le più belle che ho scritto.
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Mi son
sai ligado al botiglion… che no xe una canzon… xe propro el botiglion
che go qua vizin!!
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Che cosa ami della tua città?
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La sua geografia, geograficamente parlando penso, anzi ne
sono certo, sia una delle città più belle in assoluto.
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Le betole, le osmize e le babe
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Nella canzone "el dialeto" proponi di insegnare il triestino
nelle scuole. Ritieni che i genitori non lo stiano insegnando ai loro
figli?
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No, si parla il triestino in genere anche nelle case ma io
vorrei far conoscere le parole che non si usano più, parole che
anch'io non conosco e che fanno parte della storia e della cultura di
Trieste, nelle scuole dovrebbero insegnare il dialetto che si usava una
volta, mi ha dato un pò fastidio chi ha interpretato questa canzone
come un messaggio politico perchè riguarda tutti i triestini e la
triestinità, di politico non c'è proprio nulla.
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Bon....che domanda xe sta quà? un Triestin che no parla
triestin no xe un triestin....ecolo ecolo...!!
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Per concludere dove possiamo trovare le tue canzoni?
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Oggi ho un sito tutto mio che si può trovare all’indirizzo
www.rikimalva.4000.it dove sono scaricabili gratuitamente gli mp3 e
anche alcuni video.
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Te buti un mezo de malva e te canto tuto el repertorio laiv.
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Questa intervista è
stata pubblicata su
Il Meridiano
settimanale di Trieste e dintorni
del 24 gennaio 2008
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